Carta fatta a mano in fibra di cotone, filo di carta giapponese washi, fotografia
230x190H cm
2019
Ricordare è sempre un processo attivo, costruisce qualcosa di parzialmente nuovo. Quello che recuperiamo di un determinato momento vissuto è sempre e comunque modificato. Lo immagino come una forma vivente che si evolve, si modifica, si espande e si contrae. I nostri schemi emotivi filtrano la memoria e guidano la continua ricomposizione di frammenti.
Ho scomposto una serie di istantanee immaginando un’analogia con il processo frammentario della memoria e dell’oblio. Con il filo di carta ho cucito e fissato queste nuove forme.
Le fotografie sono state scattate nello stesso luogo, a Bologna, tra via Larga e via dell’Industria, in periodi diversi. Nel 2012 ho realizzato una performance in un vecchio rudere, durante la quale ho raccolto le polveri e i colori del luogo, utilizzando della carta per poi realizzarne delle sculture. Nel 2017 quel rudere è stato abbattuto per fare posto ad un centro commerciale con un grande parcheggio. Qualche mese prima della sua costruzione è stata trovata e disinnescata, nello stesso luogo, una bomba d’aereo della II Guerra Mondiale.