carta, polveri raccolte sul luogo, olio, garza, organza, cuciture
2013
I luoghi abbandonati mi hanno sempre attratto.
Sono corpi fragili. Spazi che mutano in modo organico. In questi luoghi si possono cogliere miriadi di segni e leggere le stratificazioni dei materiali che raccontano una storia.
Ho raccolto i colori, le polveri, le muffe, tutto ciò che definisco la “pelle” di questi luoghi utilizzando della semplice carta o del tessuto, attraverso una lunga lavorazione (azione ripetuta), per fissare in modo durevole l’energia e la memoria di quei luoghi.